La giovane Sylvia Carr non è mai stata così lontana da tutto. Sua madre l’ha portata in questo villaggio, sperduto, mentre lei desidera ardentemente la città, le luci brillanti, o anche solo che il telefono abbia campo. A tarda notte sente un perturbantebrano inquieto e ipnotico. È Gabriel, un bellissimo ragazzo problematico e misterioso, che suona. Gabriel usa il più strano dei flauti, un osso cavo. Suonalo abbastanza bene, dice, e oltrepassi il confine tra vivi e morti. Ma troveranno mai la loro viad’uscita? David Almond compone una storia che è al tempo stesso dolorosa, nella sua trattazione dell’isolamento, e piena di luce nel al trionfo dell’amicizia, dell’amore e dei grandi, indispensabili riti di passaggio verso l’età adulta.